ELOGIO DELLA BICICLETTA

13 Ago

La sera del 7 agosto Fulvia ha riunito un gruppo di amici (più di 60, di cui molti bicingirini) per festeggiare una fase della sua vita che si chiude e un’altra che inizia. Con ottimismo ed entusiasmo ha voluto condividere questo passaggio con tutti noi che in modi diversi l’abbiamo affiancata in questi anni. Ad un certo punto ha fatto un discorso inaspettato e BELLISSIMO!!!! Ve lo proponiamo perché potremmo definirlo un ELOGIO DELLA BICICLETTA e con noi calza a pennello.

La protagonista della serata è lei, la bicicletta che ci unisce tutti in una passione comune. Lei è stata il mio sogno nel cassetto per quasi tutta la mia vita…e pensare che io andavo in bici da piccolina, avevo 2,3,4 anni a Trieste, quando mio padre mi portava sul seggiolino della sua bicicletta a Barcola a fare il bagno con tutta la famiglia in bici, perché allora nessuno aveva la macchina. I miei genitori hanno fatto il giro delle Dolomiti in bicicletta nel ’48, con delle bici da dopoguerra…. (Itinerario cicloturistico del Cadore e delle Dolomiti da Conegliano Veneto a Desenzano, attraverso Cortina, Passo Falzarego m.2.150, Passo Gardena m.2.721, Passo della Mendola. Totale 406 Km)
Invece io sono finita a Genova, dove andare in bici è impossibile. Ci ho provato, appena uscita dall’ISEF, andavo in bici al corso di vela, da casa mia a Quarto in bicicletta, facendo un pezzetto del percorso che Gigi Serra ci ha fatto fare nella gita alle 5 Terre; anche allora mi cadeva regolarmente la catena, mi chiamavano Maspes.
Ma per andare in bicicletta dovevo venire in provincia di Cuneo, dove nel ’97 un certo Aldo Tichy progettava l’itinerario ciclistico per un corso di aggiornamento per insegnanti di Ed.Fisica in Toscana e Isola D’Elba (25/29 agosto 1997 – Cicloturismo sportivo scolastico). Che fosse stato lui a progettarlo l’ho scoperto 13 anni dopo. Nel ’97 io ero quasi alle soglie della pensione, ma mi sono detta “ora o mai più” e ho preso la palla al balzo. Quella è stata la mia prima importante esperienza in bici, con una squadra di insegnanti di Ed.Fisica favolosa! Al primo posto brillavano Titti e Laura, in gran forma, poi Gigio Gallo, il vincitore della gara al monte Perone, ma soprattutto Luigi Falco, il “maestro”, l’unico ad essere partito da Cuneo in bici con due borsoni azzurri, che non ha mollato neppure sulla gara al monte Perone per soli uomini, alla quale ho partecipato anch’io con Gabri, la mia compagna di tenda, per vedere quelli che finivano la gara a piedi spingendo la bici.
E’ stato lì che mi sono innamorata della bicicletta, ma il mio sogno doveva rimanere nel cassetto ancora per 13 anni. Nel 2011 Bicingiro lanciava la settimana sulle Dolomiti, erano le mie montagne! L’allenamento era poco ma la tentazione era troppo grande. Aldo mi spinse: “iscriviti ora che poi non c’è più posto”. Ancora una volta e a maggior ragione mi sono detta: “ora o mai più”. E’ vero, Aldo mi ha spronato, ma senza la bici che mi ha regalato Laura non ce l’avrei mai fatta!
Da quel momento è stata un’escalation, al pranzo sociale del 2012 ho conosciuto Giancarlo, nuovo iscritto, che è diventato il mio coach, con una squadra di baldi giovani e simpatici pensionati che in 3 giorni mi hanno allenato per l’Isola d’Elba e in due guorni per il Mottarone, poi Bruno mi ha preparato per la Corsica… ormai era fatta! La settimana in bici di fine agosto era il miraggio e il premio per le mie lunghe estati nella vigna. Il mio sogno era diventato realtà!
Giustamente Aldo Tichy nella sua dedica sul libro Il Tanaro in bicicletta parla di “felicità ritrovata” e la maglietta che indosso, con la scritta “e penso di sentirmi confusa e felice”, regalo di Laura e Adriano per il mio primo traguardo raggiunto, lo dimostra chiaramente.
Nel frattempo Bicingiro è lievitato, io mi sono arricchita di amici e ora mi dico: “se nel 2011 Bicingiro ha realizzato il mio sogno di andare in bicicletta, 65 ciclisti che sono qui a ballare e a cantare con me in questa festa propiziatoria avranno la forza di allontanare tutte la tempeste che si sono abbattute su questa casa, da quando ci sono entrata 15 anni fa? E, siccome la bici è il simbolo della libertà, riusciranno a liberarmi dalla grandine, dalle trombe d’aria, dai tribunali, dagli avvocati, eccetto quelli che vanno in bicicletta con il copertone di riserva per Lidia, e dalla schiavitù della vigna?
Io che sono ottimista, penso di sì. Non voglio più rinunciare alla settimana in Sardegna di Giancarlo perché mi hanno fissato l’udienza il 16 settembre e non voglio più rientrare prima dalle gite con Ferruccio per correre nella vigna.
Allora propongo un brindisi alla “libertà ritrovata” e se anche questo sogno si avvererà, il prossimo anno brinderemo tutti insieme con il mio vino, anzi, con il nostro vino, perché dopo che avete fatto i vendemmiatori (il primo è stato Aldo Bono), i meccanici (Giancarlo mi ha riparato la botte irroratrice che perdeva) e gli enologi (Bruno l’ha promesso davanti a 64 testimoni!) possiamo veramente parlare di “nostro vino”!

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